Azienda agricola Viola di Nadia Viola: cuore e filosofia dietro l'attraente progetto enologico.
- Redazione
- 7 feb
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 13 mar
“La filosofia enologica che sta dietro ai nostri vini è quella di portare le uve a maturazione completa. Quindi, mettiamo nel bicchiere tutti quei contenuti attraenti che la pianta usa per attrarre gli animali a mangiare il proprio frutto, per poi fargli portare lontano il seme. Questa è il nostro modo di lavorare, e quando parliamo di vino parliamo sempre di progetto enologico in campagna”.
Quanto ci dice la titolare Nadia Viola e l'enologo Pierfranco Giovannini è un concetto conosciuto da chi ama il vino e la natura, così descritto da Luigi Moio ne "Il respiro del vino":

l’obbiettivo di un frutto non è quello di farsi mangiare da qualcuno, ma quello di condurre il seme alla piena maturità, difendendolo da eventuali attacchi esterni. Pertanto, quando il seme diventa fisiologicamente idoneo alla germinazione, l’azione protettrice dei carotenoidi non è più necessaria e il frutto a questo punto deve accrescere al massimo la sua appetibilità per attirare insetti, uccelli e altri animali ...”.
Storia e dettagli dell' azienda agricola Viola.
L'azienda agricola Viola si trova a Mezzocorona (TN), nella Piana Rotaliana, zona vocata per il Teroldego: per chi volesse approfondire questo vitigno, vi rimandiamo a un nostro precedente post. Si tratta davvero di una piccola cantina in termini di terreni, poco più di 2 ettari, ma di grande prospettiva e vedute.
A partire dal 2007, Nadia ha voluto puntare oltre che sul Teroldego anche sulla produzione di spumante Trento DOC.

Per produrlo, avendo la necessità di forti escursioni termiche giornaliere, e quindi di un' altitudine importante, ha deciso di mettere a dimora dello Chardonnay a 900 metri, sul Monte di Mezzocorona, su dei terreni ereditati dal papà (macellaio) e in origine coltivati a mele. Non sono mancate discussioni in famiglia per la riconversione alla viticultura, ambito più affine alle passioni di Nadia e più facile da gestire logisticamente.

Ad oggi, infatti, le uve del Trento DOC, causa non facile accesso con i mezzi, vengono trasportate in cassettine con l'ausilio della funivia che collega il centro del paese e la cantina al Monte di Mezzocorona. Si tratta a tutti gli effetti di una realtà unica nel suo genere, frutto della filosofia aziendale che ritroviamo coerentemente anche in uno dei loro slogan: "nicchie delle Alpi".

Trattandosi di un' oasi di pace, per le poche persone che ci vivono, e anche per gli animali, non sono mancate fin dall'inizio vicissitudini con caprioli e uccelli, per ovviare ai quali sono state installate delle reti, e ultimamente anche con dei tassi. Specifichiamo trattarsi di una VERA azienda biologica, certificata, non poco davvero!
Un concetto chiave: la densità dell'uva.
L'enologo ci spiega come la densità dell'uva rappresenti una qualità da ricercarsi esclusivamente in campagna, si tratta di un concetto noto a tutti gli operatori del settore ma che pochi attuano nel momento giusto dell'anno, trattandosi di un' attività rischiosa. Quando finisce la fioritura, la pianta comincia a trasmettere nell'acino tutto quello che trova nel terreno, e quindi lo ingrossa.

Si tratta di un semplice concetto matematico: se la pianta deve ingrossare cento acini si ha un tipo di densità, se ne deve ingrossare cinquanta ha un altro tipo di densità. Partendo da questo principio base, subito dopo la fioritura effettuano la selezione dei germogli togliendo quelli con una dimensione non adeguata, ovvero un diametro del tralcio non adatto a far passare la linfa.
Spesso e volentieri, in altre cantine il dirado viene fatto circa due-tre settimane prima della vendemmia. Questo porta alla perdita di densità pari ai grappoli che successivamente vengono eliminati, e che la pianta ha dovuto nutrire inutilmente. Evitando all'origine la crescita di questi grappoli, si ottiene il massimo di densità dal prodotto finale. La densità fa quindi diventare un vino importante perché ricco di sostanze, e di conseguenza anche più longevo.
Trilogia del Teroldego.
Le vigne di Teroldego dell'azienda hanno la bellezza di 80-90 anni e sono da considerarsi delle pre-clonazione: non sono dei cloni ma delle piante madre. Entrando nel vigneto si sono resi conto di come ogni vigna producesse grappoli diversi, una con gli acini grossi, una con gli acini più concentrati e altre ancora con il grappolo spargolo.
Da qui l'idea di produrre tre teroldeghi, uno per ogni tipologia d'uva:
con le uve con gli acini più grossi viene prodotto un vino elegante, il "Rosso mancato", circa il 50%;
con le uve con gli acini più piccoli e concentrati di colore viene prodotto il "Nero viola", circa il 40%;
le uve con il grappolo spargolo vengono fatte appassire naturalmente e quindi destinate alla produzione di un futuro passito secco, circa il 10%.
Il "Rosso mancato" è un' interpretazione che non troverete altrove, si tratta infatti di un originale Teroldego vinificato in bianco.

Il risultato è vino rosso poco pigmentato, di quei colori che ci si aspetta da vitigni come schiava, pinot nero o nebbiolo. Il fatto che fosse sempre stato considerato come un rosato (pur non essendolo) ha indirizzato la scelta verso questo originale nome. Come premesso, viene fatto con gli acini più grossi e quindi per loro natura più diluiti rispetto al Nero viola. La fermentazione senza bucce avviene in acciaio, terracotta e legno di quarto passaggio, i primi tre passaggi sono riservati sempre allo spumante. Dopo un riposto di ulteriori 15 mesi in barrique, come da tradizione aziendale, l'affinamento continua in bottiglia per altri 12 mesi.
Il "Nero Viola" è invece un' interpretazione più classica del vitigno. Il nome è ispirato al suo colore scuro, quasi impenetrabile e dalla prevalenza del profumo identificatore del teroldego maturo, la viola (non sempre facile da trovare).

Viene prodotto con gli acini più piccoli e concentrati, e con un affinamento più lungo. La fermentazione sulle bucce in acciaio non è particolarmente prolungata, per evitare l'effetto estrattivo dell'alcol e per togliere i polifenoli non maturi. Quindi, riposa per circa 50 mesi in barrique di quinto passaggio per poi riposare altri 12 mesi in bottiglia.
Infine, il passito secco viene prodotto con gli acini spargoli, non toccandosi tra loro è più facile appassirli. Sono previste non più di 100 bottiglie, per pochi fortunati. L'appassimento è naturale, sul mosto ad oggi sono arrivati a 410 gr di concentrazione zuccherina e stanno abituando i lieviti a fermentare, per arrivare ad un prodotto che possa fare 10-11 gradi con 250 gr di zucchero. In cantina sono conservate due annate, la 2021 e 2022, nel 2023 e 2024 purtroppo non si sono verificate le condizioni meteorologiche necessarie per produrlo. Il progetto enologico prevede un ulteriore annata che uniranno alle due precedenti. Attendiamo quindi, fiduciosi di poter degustare il prodotto una volta sul mercato.
Navarro Trento DOC
Si tratta di un metodo classico in blend: Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero. In lingua celtica Nava significa "Piano in mezzo ai boschi", descrizione perfettamente corrispondente alla cantina, tra Mezzocorona e la Piana Rotaliana. Il nome poi piaceva per la presenza della N e della V, iniziali del nome della titolare. Ad oggi, per l'affinamento in bottiglia (previsto per almeno sei anni) in cantina possono contare su sei annate, per poco più di 2.000 bottiglie l'anno.
Grazie al terroir, questo spumante gode di una serie di fattori favorevoli:
l'altitudine (900 m);
una graduazione complessiva naturale già di circa 11 gradi;
12-13 per mille d' acidità, a malolattica finita circa 7 g/l, con un ottimo PH;
mineralità importante grazie alla posizione del terreno, quando piove l'acqua erode la roccia e arricchisce il terreno.
Il Pinot nero viene vinificato separatamente e con fermentazione in legno mentre
Chardonnay e Pinot bianco fermentano in acciaio. Vengono poi assemblati con percentuali che cambiano di anno in anno in relazione all'annata.
Il Pinot bianco è un vitigno che a quelle altezze si esprime molto bene e nella componente taglio ti riempie più degli altri due vitigni.
Annata 2016 (prima annata).
Si tratta di un prodotto affinato sui lieviti circa 60 mesi, con sboccatura nel 2021 e commercializzazione avvenuta a metà 2023. Terminata questa annata passeranno direttamente alla 2018, nel 2017 sono stati colpiti dalla grandine. L'ulteriore riposo in cantina per un anno dopo la sboccatura è una pratica che attuano su tutti i vini, avendo riscontrato che il prodotto raggiunge l'equilibrio desiderato.
Vengono usate barrique francesi da 300 litri, di primo e secondo passaggio, di grana fine e usate solo per il Pinot nero. In quanto varietà con una ricchezza polifenolica importante, se vinificato in bianco il Pinot nero riesce a contrastare i tannini del legno. Giovannini ci spiega che le botti nuove vengono usate solamente sulla base spumante in quanto il tannino delle stesse forma un legame tra acidità e la parte polifenolica del vino e fa diventare il vino più corposo, pieno e l'acidità cremosa, tenendo conto che parliamo di uno spumante con ben 7 g/l d'acidità.
TAPPI E GABBIETTE
Per i Teroldego vengono usati tappi Nomacorc, dell'azienda Vinventions: si tratta di un tappo sintetico ma nel quale l'etilene che la compone è di origine naturale, viene infatti estratto dalla cellulosa della canna da zucchero. Si tratta di un tappo particolarmente ermetico, con pochissimo scambio d' ossigeno con l'esterno. Con questo tappo si sentono sicuri che il prodotto - almeno nel medio periodo - rimanga quello imbottigliato.

Per il Navarro invece hanno scelto un micro-granulare con la rondella di sughero naturale. Del resto, ormai, il tappo intero in sughero non viene più usato in quanto antieconomico, poco sostenibile e non particolarmente sicuro per gli spumanti. Le gabbiette artistiche rappresentano metaforicamente le persone, e per le prime annate sono in edizione limitata. Sono dedicate a Kandinsky e ne sono previste sei tipologie, ognuna con un dipinto diverso.
Vitigno Bronner (passito bianco).
A partite dal 2025 hanno iniziato un nuovo interessante progetto che prevede la

coltivazione di una piccolissima parcella con il vitigno (bianco) Bronner. Anche queste uve sono soggette ad appassimento naturale. Hanno finito d' estrarre il mosto da poco, torchiato a mano, e prevedono una produzione davvero ridotta, circa 50 bottiglie, anche in questo caso per pochi eletti.
Degustazione.
NAVARRO TRENTO DOC EXTRA BRUT - 2016 - ORIGINALE
La forma dell'etichetta rappresenta il Monte di Mezzocorona.
Prima vendemmia in commercio Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero 12,5% vol.
Acidità: 7 g/l Altitudine: 900 m Sboccatura: 2021
Fermentazione: acciaio e barrique (pinot nero)
Affin. bott. con lieviti: min. 60 mesi
Affin. dopo sboccat.: min. 12 mesi
Tappo: micro-granulare con sughero.
Bottiglia: 0,75 l

sentori pasticceria non invadenti, buccia d'arancia, cedro, pompelmo, nespola, vaniglia, leggere note eteree.

circa 4-5 anni (vino maturo per filosofia aziendale)
ROSSO MANCATO IGT DOLOMITI - 2021 - INNOVATIVO

Prima vendemmia: 2020 Teroldego 100% 13,5% vol. Altitudine: 250 m s.l.m.
Fermentazione: rovere e terracotta
Affin: rovere e terracotta per 15 m.
Affin. in bottiglia: 12 mesi Bottiglia: 1,5 l (Magnum) Tappo: Nomacorc

arancia, liquirizia

ipotizziamo fino a 8 anni
NERO VIOLA IGT DOLOMITI - 2018 - MIGLIOR VINO PER NOI

Prima vendemmia: 2018
13% vol. Altitudine: 250 m s.l.m. Teroldego 100% con 15% appassimento Fermentazione: acciaio
Affin: rovere e terracotta per 50 m.
Affin. in bottiglia: 12 mesi Bottiglia: 1,5 l (Magnum) Tappo: Nomacorc

viola, frutti di bosco, arancia Sanguinello, liquirizia.

ipotizziamo fino a 10 anni
Esperienze proposte da azienda agricola Viola.
In modo del tutto disinteressato, credeteci, vi consigliamo di visitare l'azienda e soprattutto di partecipare all'esperienza "Emozioni in alta quota". Senza fretta, Nadia vi guiderà risalendo, con la funivia, dal centro del paese fino a 900 metri, sul Monte di Mezzocorona, dove coltivano le uve destinate al Navarro, il loro metodo classico. Avrete modo di apprezzare l'incontaminata bellezza del paesaggio che attornia i vigneti e la loro casa di campagna. Nel mezzo, siamo sicuri apprezzerete molto anche lo skywalk e il ponte sospeso, con vista sulla Piana Rotaliana. Alla fine della camminata - non molto impegnativa - si ritornerà in cantina per la degustazione dei loro eleganti e originali vini: Navarro Trento Doc, Rosso Mancato, Nero Viola e il passito secco, accompagnati da un tagliere di salumi e formaggi trentini. In alternativa, nel caso di brutto tempo o richiesta di un maggior focus sull'aspetto enologico, potrete scegliere l'esperienza "Emozioni sensoriali". Per maggiori dettagli: www.aziendagricolaviola.com tel. cantina: 3355220590
Cantina ed esperienza da provare